Rino Dimopoli, classe 1953, comincia da bambino con la musica pizzicando una vecchia chitarra gelosamente conservata in un armadio dei nonni, appartenuta ad un loro figlio prematuramente scomparso nella seconda guerra mondiale. Quando l’eta’ glielo permette, frequenta il conservatorio Umberto Giordano di Foggia studiando violino e pianoforte complementare ma continua a suonare la chitarra.
Sono gli anni 60 e Dimopoli ha già una band di coetanei nel foggiano, THE GREEN BOYS, con cui suona per puro divertimento, ma intanto suona anche con musicisti professionisti in diverse feste di paese.
A 17 anni parte per Torino dove c’e’ già un gruppo che lo attende la TRIFASE. In poco tempo la formazione ufficiale del gruppo diviene: Roby Favero al basso, Robertino Balocco, degli allora famosi PANNAFREDDA, alla batteria, Adalberto alla chitarra e Rino Dimopoli alle tastiere, violino, chitarra, flauto traverso e chiaramente voce. Il genere suonato era prog rock nello stile dei gruppi che in quel momento stavano rappresentando al meglio tale genere: EMERSON LAKE AND PALMER, YES, KING CRIMSON e JETHRO TULL e GENESIS. Purtroppo la Trifase non divenne famosa e Rino Dimopoli cominciò a suonare con i FOUR KENTS, una band che all’epoca aveva un buon successo e riusciva a organizzare molti concerti in giro per l’Italia, anche se con un genere musicale un po’ diverso.
Nel 1971 comincia a spostarsi all’estero, in particolare Parigi, per ampliare le proprie conoscenze musicali. Nel 1972 Rino Dimopoli viene richiamato dai FOUR KENTS per una tournée in Canada, ma purtroppo le severe leggi italiane dell’epoca gli impediscono di imbarcarsi con la band, in quanto in età valida per il servizio militare, che svolgerà nel 1973 nei pressi di Verona. Ma anche durante il servizio militare Rino non rinuncia alla musica e fonda una band di otto elementi che suona diversi concerti nei circoli di ufficiali e sottoufficiali di mezza Italia.
Nel 1974 Rino Dimopoli partecipa al gruppo dell’allora famoso Franco Tozzi insieme a Umberto Tozzi, Euro Cristiani e Guido Guglielminetti,riincidendo il brano Penso ai tuoi occhi verdi.
Dopo qualche mese entra a far parte dei DELIRIUM che, dopo aver perso Ivano Fossati, avevano visto da poco l’abbandono di Martin Grice. Rino viene scelto dopo che la band ha provato diversi musicisti. Subito dopo il suo ingresso I DELIRIUM partono per una tournèe in giro per l’Italia, dopodiché nella primavera del 1975 incidono i 45 giri Signore/Buana the Rainbow e Cow boy/Corri bambino, in cui Dimopoli è la voce principale
Le mode cambiano e nel 1978 Dimopoli approda alla SAAR e incide il suo primo album solista Dimopoli, in veste di cantautore. Lo affiancano nella realizzazione musicisti come Ares Tavolazzi e Giulio Capiozzo rispettivamente bassista e batterista del gruppo prog AREA e a dirigere gli archi c’e’ BERLENDIS allora primo violino della scala a Milano. La promozione del produttore Gurtler catturo’ l’attenzione di molti esperti del settore, tanto che nel 1979 la CGD., una delle più prestigiose etichette musicali del periodo, decise di mettere Rino sotto contratto. Con la CGD. registra l’album Se nel cielo… Oltre il cielo con la collaborazione di MARIO LAVEZZI , MARCO FERRADINI, i QUATTRO PIU QUATTRO di NORA ORLANDI e gli arrangiamenti di FRANCO MONALDI, allora arrangiatore di UMBERTO TOZZI, MINA, VANONI e BERTE’. La promozione, anche in questo caso è molto curata con festival importanti e un tour denominato MUSICAMARE che tocco i più’ grandi teatri e piazze d’Italia. Negli anni ‘80 Rino Dimopoli, sempre con la CGD realizza un singolo Sola, al cui testo collabora AMERIGO CASSELLA autore con LUBERTI di Bella senz’anima e Maledetta Primavera. Qualche tempo dopo, quasi per gioco con FRANCO BERNARDI, sotto il moniker TALKO, realizza il singolo dance Psyko Flash che vende in tutta Europa oltre mezzo milione di dischi.
Nel 1996 Rino Dimopoli si riunisce con MARCELLO REALE e PINO DI SANTO riformando i DELIRIUM e sotto la direzione della NAR, con la collaborazione di FRANCO DONATO, allora direttore dell’AFI realizzano l’album Jesahel una storia lunga vent’anni. Collaborano al progetto anche ALBERTO RADIUS, chitarrista dei FORMULA 3, ALFREDO GOLINO, batterista degli ORO e AMEDEO BIANCHI, sassofonista di Antonello Venditti. Il prodotto è di gran classe e la distribuzione funziona anche questa volta, ma Marcello Reale e Pino di Santo hanno difficoltà ad organizzarsi per una tournèe.
Nel frattempo Rino Dimopoli sperimenta un nuovo modo di fare musica, denominato INTERAZIONE MUSICALE, evolvendo il concetto classico di Musicoterapia, che vede un maestro ideare e proporre a un allievo/paziente le sue creazioni musicali. Nella proposta di Dimopoli invece interagire con la musica significa instaurare un rapporto di corrispondenza biunivoca che pone il musicoterapista e l'utente sul medesimo piano di azione. L’utente diventa il centro di ogni discorso di interazione musicale che voglia e possa dirsi tale. E' lui stesso a guidare il musicoterapista alla ricerca del sentiero migliore che lo porti verso la parte più' intima del proprio " IO ", suggerendogli al contempo spunti, stimoli e punti di partenza con i quali costruire insieme nuove sequenze sonore che inducano in lui stati di benessere psicofisico, nell'intento di eliminare, o quantomeno circoscrivere e ridurre, determinate forme di disagio. La sua proposta è rivolta in particolare ai portatori di grandi disabilità, ma Dimopoli ha altresì collaborato con centri di recupero delle dipendenze.
Questa spiccata sensibilità verso la disabilità e il sociale viene trasfusa anche nel nuovo progetto che Dimopoli decide di mettere in piedi recentemente, i DELIRIUM PROJECT. Con questa nuova band Dimopoli ha realizzato alcuni video presenti sul web e ha partecipato al FESTIVAL SHOW, facendo diverse date e tappe. La band è stata riorganizzata con nuovi e giovani talentuosi musicisti, creando nuove sinergie, ma mantenendo il peculiare Delirium sound. I testi dei nuovi brani portano in sé nuovi spunti nati proprio da nuove collaborazioni e dall’impegno sociale nell’Interazione Musicale di Rino Dimopoli negli ultimi vent’anni. Ultimo lavoro prende spunto da uno dei sedici brani di cui e’ composto l’album dal titolo “Con i nostri occhi” che mette in risalto le non poche difficoltà’ che hanno i non vedenti e portatori di handicap nel vivere queste nostre citta’ molte volte assolutamente sorde nell’ascoltare queste problematiche.